Subjectivity and complexity of facial attractiveness

English
Thursday, 8 August, 2019

Questo documento presenta una sintesi dell’articolo “Subjectivity and complexity of facial attractiveness”, pubblicato da Miguel Ibáñez-Berganza, Ambra Amico, e Vittorio Loreto nella rivista Scientific Reports (Scientific Reports 9, Article number: 8364 (2019) ). Mentre Amico si è laureata nel marzo 2018 nel Dipartimento di Fisica, Ibáñez vi è assegnista di ricerca, e Loreto vi è Professore Ordinario.

L’articolo presenta uno studio quantitativo del fenomeno della percezione della bellezza del volto usando tecniche di inferenza statistica. La percezione della bellezza del volto è oggetto di numerosi studi in varie discipline, dalla biologia al machine learning.

Da vari decenni i ricercatori hanno valutato, da una parte, la validità dell’ipotesi della selezione naturale, secondo la quale la percezione della bellezza ha un’origine perlopiù evolutiva, che risponde alla abilità di individuare la buona condizione fenotipica degli altri a partire dai tratti del loro volto. Dall’altra, il fenomeno della bellezza facciale è oggetto di molti articoli nell’ambito del machine learning, dato il carattere molto complesso del fenomeno. Non sembra esistere, infatti, una regola semplice, in termini di poche caratteristiche di un volto, che possa determinarne con alta probabilità la gradevolezza percepita. Per quel motivo, i database di bellezza facciale vengono inferiti con algoritmi sofisticati, e usati come benchmark per algoritmi di apprendimento.

Nonostante i numerosi studi al riguardo, esistono in questo ambito varie domande fondamentali ancora soggette a controversia. In particolare, la natura delle differenze tra i criteri estetici di vari soggetti.

Nel lavoro si presenta un metodo alternativo d’indagine, basato su algoritmi di deformazione delle immagini e su algoritmi genetici, che consente al soggetto sperimentale di “scolpire” la sua variante preferita di un volto di riferimento. L’utilizzo di tecniche innovative, sia sperimentali che di analisi dati, ha consentito di determinare con precisione l’insieme di modifiche facciali (di varianti digitali di un ritratto) preferite da vari soggetti. Le modifiche facciali preferite da vari soggetti risultano essere significativamente differenti da soggetto a soggetto, il ché suggerisce una soggettività della bellezza percepita del volto in qualche modo maggiore di quella proposta in letteratura. Tali risultati sono compatibili con teorie sulla percezione della bellezza facciale secondo le quali nel processo della percezione della bellezza è coinvolta l'inferenza di caratteristiche astratte (chiamate personality dimensions) che inconsciamente attribuiamo agli altri a partire dal loro volto.

Il metodo consente, altresì, di determinare con precisione le caratteristiche facciali (le combinazioni lineari di distanze facciali) che risultano significativamente più differenti nei volti scolpiti da soggetti maschi e da soggetti femmine. L’articolo evidenzia, inoltre, la rilevanza preponderante di alcuni rapporti tra distanze facciali nel processo di selezione dei volti. Tale rilevanza viene rivelata dalla misura delle correlazioni tra coppie di distanze dei volti scolpiti. A loro volta, le correlazioni tra coppie di distanze caratterizzano l’universalità del processo di selezione.

In sintesi, il lavoro propone un efficace schema di analisi sperimentale nell’ambito della percezione del volto (l’inferenza di identità, età, attributi psicologici, la facial attractiveness…), un ambito sul quale vi è un’intensa attività di ricerca interdisciplinare.

Reference
Scientific Reports
Miguel Ibáñez-Berganza, Ambra Amico,Vittorio Loreto

 

L' Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma